Era sotto Natale quando ci rincontrammo

Era sotto Natale quando ci rincontrammo. Nevicava.
Il freddo era pungente ma le sua braccia mi accolsero per scaldarmi.
Ci eravamo persi…per ritrovarci in un istante che pesava un grammo di vita, equivalente a tonnellate di eternitá …
E mentre noi ci rincorrevamo con sguardi un pó disarmati, con respiri affannosi e ansimanti di gioia, la vita continuava a scorrere impietosa …allo stesso ritmo del battito dei nostri cuori.

Marinella Tumino@

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LA COSA STRAORDINARIA…

La baciai, la sfiorai con delicatezza…
Ma la cosa straordinaria non erano le carezze o il tenersi per mano nelle segrete e intime passeggiate.
L’incredibile e l’inconsueto erano la forza e l’energia che prorompevano, zampillavano da quell’amore, la gioia di vivere, di agire, di sfidare il mondo intero solo per lei.
Mettersi in gioco per lei, per l’istante, l’attimo in cui l’avrei vista sorridere.
Avrei dato la vita per lei…per la felicitá.

Marinella Tumino@

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E’ tempo di rievocare storie…

Musica soave è il crepitio del fuoco
Bagliore aranciato
mentre il fumo vivace piroetta…
La voce canta nenie intonate, invocando preziose gocce di gioia, perle di felicitâ.
Cammino sui binari dell’infanzia,
osservo la mia vita tre passi indietro
centellinando antichi sapori
profumo di resina, effluvi d’amore.
Vorrei che il tempo si fermasse a Natale…
È tempo di raccontare storie, di rievocare eventi
di alzare i calici
abbracciando chi ci appartiene
guardando senza sosta al domani
dando un concreto senso all’amore
Marinella Tumino@

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MERRY CHRISTMAS, PICCOLO JIM!

Fiocchi di neve scendevano fitti creando un manto di soffici piume che copriva gli edifici intorno e le piante del giardino. Natale era alle porte e l’atmosfera era resa ancora più magica dai vari addobbi. Il gigante albero, posto nella grande sala, era sapientemente illuminato dalla spirale di luminarie.
Il fuoco crepitava brioso e scoppiettante dentro il camino. Nella poltrona accanto stava seduto il nonno che, inforcati gli occhiali, leggeva uno dei tanti libri scelti dalla biblioteca di famiglia.
Il piccolo Jim, seduto sul tappetone davanti il focolare e confortato dal calore, seguiva incuriosito le allegre capriole del fumo e il moto delle scintille che brillavano come stelle.
I suoi occhi si spalancavano, si aprivano e chiudevano con celerità, seguivano il filo dell’immaginazione…
Il movimento delle fiamme lo ipnotizzarono e, come per incanto, si ritrovò in un folto bosco.
Faceva difficoltà a muoversi perché le gambette affondavano nella neve, mentre lo scoiattolo Spizzy lo seguiva giocherellando. Il grande aquilone si era impigliato tra i rami… Jim aveva provato a farlo librare in una mattinata di pieno sole e, seppur l’aria fosse frizzantina, il cielo azzurreggiava gioioso e le nuvole veleggiavano grazie al venticello che aveva travolto anche l’aquilone. Presto sfuggì dalle mani del ragazzino e, in un solo istante, restò intricato tra i rami della selva. Il bosco era un groviglio di arbusti e di abeti, pini, faggi e betulle i cui rami appesantiti dal masso di neve si chinavano con umiltà.
Lo scoiattolo con dimestichezza e abilità si arrampicò, ma per Jim fu più dura. I suoi scarponi scivolavano con facilità e più volte sdrucciolò, graffiandosi mani e gambe. Testardo più che mai provò a risalire, esortato dal cinguettio di alcuni passerotti felici, finché raggiunse il ramo nel quale il vessillo si era adagiato.
Rimase fermo, quasi impietrito, dopo aver afferrato con soddisfazione l’aquilone. Seppur affannato, rimase incantato dal panorama sul paesino e sull’altipiano circostante. Gli alberi erano piuttosto alti ma lasciavano scorgere angoli pittoreschi in cui pennellate di colore, ovattati di bianco, regalavano pura magia.
Sull’albero vicino adocchiò una casetta in legno da cui presto si affacciarono degli omini, alti circa mezzo pollice, vestiti di stracci verdi e bruni. Erano piuttosto buffi con i cappelli appuntiti verdi o rossi…. Appena si accorsero del piccolo Jim cominciarono a ridere sonoramente e a piroettare con agilità…poi cominciarono a saltare da un ramo all’altro fino ad arrivare da Jim e Spizzy che si era nascosto dentro il gilet del suo amico, allarmato da tutta quella esuberanza.
Visti da vicino, pensava Jim, i folletti con barba lunga e grigia, sembravano dei vecchini; poi, con audacia chiese loro: “Chi siete? Cosa fate?”
“Ciao ragazzino, hai del coraggio e questo ti fa onore- rispose uno di loro, forse il più anziano -Finora nessun bambino era rimasto a curiosare in nostra presenza! Tutti hanno paura del nostro aspetto. Io sono Zuffolo e sono il capo! Noi siamo i folletti del bosco.”
“Salve Zuffolo, io sono Jim e lui è il mio amico Spizzy. Abbiamo recuperato il mio bell’aquilone e ora però devo rientrare…Si sta facendo tardi e ho paura di perdermi nel bosco”.
“Non temere, se vuoi ti accompagniamo fino alla fine della foresta e all’inizio del sentiero del paese”.
“Grazie mille! Ma…ma…possiamo tornare domattina?”
“Certo! Sarà un piacere… Sai, noi stiamo preparando degli oggetti in legno …aiutiamo Babbo Natale a confezionarli per poi donarli ai bambini per Natale”
“Oh…ma che bello! Mi piacerebbe preparare degli strumenti musicali per l’orfanotrofio del paese…Sai, Zuffolo, là ci vivono più di quindici bambini che non hanno famiglia e il Natale è ancora più triste per loro…- poi, aggiunse con gli occhi bassi e il cuore triste- So che vorrebbero suonare qualche strumento ma non ci sono soldi a disposizione per comprarne…”
“Allora domattina vieni presto e noi tutti ti aiutiamo a preparare gli strumenti, che ne dici?”
“Ottima idea! Grazie! A domani!”
  
L’indomani molto presto Jim e Spizzy si arrampicarono sull’albero e si presentarono alla casa dei Folletti che li accolsero con letizia e risa. Quel posto era un delizioso laboratorio!
Nell’arco della mattinata, martellarono, segarono, impilarono e allestirono giochi in legno e tanti strumenti musicali: liuti, flauti, violini. Quanta fatica ci era voluta!
Finito l’arduo lavoro, i vari elfi provarono gli strumenti musicali…fu un tum tum, bam bam, flu flu…un tripudio di note musicali che echeggiarono con armonia nell’aria nevosa.
“Sai, anch’io sono un orfano e ho vissuto con i miei amici sfortunati fino a pochi anni fa, ma poi sono stato adottato da una meravigliosa famiglia che mi ama e non mi fa mancare nulla. Il mio pensiero, allora, va spesso a tutti loro…So cosa si prova!”
“Vedrai che questo sarà un bellissimo Natale- si espresse soddisfatto Zuffolo- anche per i piccoli dell’orfanotrofio. E il merito è tutto tuo, caro Jim, perché sei un bambino generoso e un gran lavoratore. Merry Christmas little Jim!”.

  
Come ogni anno, la sera della Vigilia di Natale, la famiglia di Jim andò in orfanotrofio portando tante prelibatezze e dei dolci per i piccoli ospiti. I bambini erano felicissimi e a mezzanotte, quando tutti stavano ritirandosi nel dormitorio, il cielo si riempì di polvere di stelle, mentre si avvertiva una rumorosa scampanellata. Il firmamento sembrò rischiararsi ed ecco che tra i tetti innevati sfrecciò la slitta di Babbo Natale che con le sue otto renne atterrò, in prossimità del grande pupazzo di neve, proprio nel cortile dell’edificio. Sentiti i rumorosi campanelli, i bambini incuriositi guardarono dai vetri appannati delle finestre; sgranarono gli occhietti e corsero tutti fuori. Santa Claus, il vecchio omone panciuto e vestito di rosso, proprio come nelle fiabe, con il sacco in spalla pieno di strenne, distribuì i doni ed esortò i piccoli a spacchettarli e poi a suonare gli strumenti. Quante soavi melodie! La magia della musica appassionò tutti i presenti…
“Ora sì che è Natale! – si espresse il piccolo Jim con esultanza e con i lucciconi agli occhi- Merry Christmas a tutti noi!”

Marinella Tumino©

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Era la festa dell’Immacolata…

Ricordo sempre quegli istanti a noi molto cari…

Era la festa dell’Immacolata quando si montava l’albero, recuperato dalla polverosa soffitta dove aveva giaciuto per mesi…
Si assemblava e addobbava…per anni sempre con le stesse sfere, le stesse stelle, gli stessi Babbo Natale e la stessa piccola grotta che veniva posta ai piedi dell’abete…
Il tempo pare si sia dilatato… sono trascorsi decenni e noi, rivedendo quelle foto, ci ritroviamo a sorridere… di noi… per come eravamo, come vestivamo, ma la nostra essenza e quella della magia del Natale non sono affatto cambiate. A dispetto del tempo che scorre inesorabile, esse rimangono assolutamente immutate…cosí come
le carezze e gli abbracci, emblema del nostro Amore che regna e regnerá sovrano finché memoria avremo.

A SARA, mia preziosa sorella, e alla mia SPECIALE FAMIGLIA❤❤❤ che sono per me un MERAVIGLIOSO E COSTANTE DONO

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La danza…

E c’é la lezione di Storia e quella di Letteratura, c’é il momento del dialogo e del confronto con i miei studenti…poi c’é la pausa con i colleghi perché il “caffé del professore” ha tutto un altro sapore…poi c’é la gioia di essere mamma e quella di essere moglie, figlia, sorella.
C’é il té con l’amica e la chiacchierata telefonica con chi so io…E la scrittura? Per quella non c’é pausa né ricreazione…
E poi…poi, poi…c’é la Danza, sublime terapia di corpo mente cuore…
La DANZA mia grande passione…mi libera da ogni tensione, mi fa mandare a quel paese chi mi ha deluso, mi fa pensare a chi mi fa sorridere ma soprattutto mi ricorda che IO SONO…IO VIVO…IO AMO Emoticon heart<3

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HO BISOGNO DI…

Ho bisogno di colorare un sogno…
Un arcobaleno dipingeró
Un racconto scriveró
E sulle punte danzeró

Ma non basta…non basta
per placare la fantasia

Un lungo viaggio affronteró
Un treno prenderó
E da te arriveró
A casa tua giungeró
E questi versi
nella fenditura della porta insinueró

E poi?
Poi scapperó…
Al mare correró
E gli aquiloni spensierati inseguiró

E niente…
Volevo dirti…niente
Andró via dopo averti lasciato la mia poesia

MT@

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Sulla strada di Kabul

Sulla strada sterrata di Kabul
olezzo
fango
grigiore

Ho incontrato la piccola Khina …
il suo sorriso dolce ma sofferente
I suoi occhi grandi, vivaci e impauriti
si sono impigliati negli anfratti del mio cuore

A Kabul ho conosciuto il dolore, la guerra, la morte.
La guerra
brutale, stolta, ingiusta.
Ho incontrato bambini che facevano il girotondo
sulle grucce in legno
Ho conosciuto bambini che giocavano con le mine
Ho visto bambini che saltavano sugli ordigni

Per le strade di Kabul ho distribuito sorrisi
regalato forza e speranza
a Khina, Afaf, Adid, Farah, Huda…

Mentre l’umanità continua ad essere incalzata dalla disumanità

Sulle strade di Kabul
bambini
attesa
speranza
emozioni

Marinella Tumino ©

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