La notte di Ognissanti

E’ notte. Chiudo le palpebre quando mamma mi rimbocca le coperte e sfiora la fronte con un delicato e indimenticabile bacio della buonanotte.
E’ la notte di Ognissanti.
Decido di attendere sveglia l’arrivo dei morticini che secondo la tradizione popolare, durante la notte, tornano nelle case dei loro cari portando i regali ai loro discendenti.
E in attesa del loro arrivo, me ne sto con gli occhi strizzati, seminascosta sotto le coperte forse per paura del buio ma anche un po’ per ansia per l’arrivo inconsueto di nonni di cui non rammentavo molto e i cui volti li avevo visti in vecchie foto in bianco e nero.
Mi chiedo irresoluta: “E se mi trovassero sveglia cosa farebbero? Fluttuerebbero per casa indispettiti e non lascerebbero i regali tanto attesi? Si dissolverebbero nell’oscurità?”.
E mentre mi areno nei dubbi più straordinari, tipici della fantasia sbalorditiva dell’infanzia, mi inabisso nel sonno più profondo e nei sogni di bimba ingenua.
Al risveglio, quando le prime luci del mattino, deboli bagliori che mi lambiscono le palpebre fino a farmele riaprire, mi siedo sul letto con le gambette penzoloni, stropicciandomi gli occhi ancora incredula e stupìta per essermi persa il tanto sospirato appuntamento. Da quel momento inizia la convulsa ricerca dei regali.
Si va per casa in silenzio, in punta di piedi, per non disturbare chi ancora dorme e si apre una bella caccia al tesoro… tutto è fantastico! Si cerca negli angoli più impensati e il ritrovamento è pura esultanza.
A distanza di tempo sento ancora il sapore di biscotti speziati alla cannella e della morbida e profumata frutta martorana, l’odore delle caldarroste, il gusto dei semi vermigli sgranati dei melograni. Tutti doni che trovavamo in un delizioso cestino vicino ai regali …
Odori, colori, sapori di sublime felicità e gioia condivisa.
Marinella Tumino ©

E nella foto… me voilà all’età di 4 anni!!! ❤

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