Recensione del prof. Salonia Giuseppe a L’URLO DEL DANUBIO

Il libro di Marinella Tumino e’ uno scrigno di notizie e di informazioni, frutto di un lavoro di ricerca e di consultazione di documenti, di scritti, di libri, ma anche frutto di viaggi appositamente programmati e di visite effettuate insieme ai suoi alunni. E non mancano le interviste a persone che hanno avuto la fortuna di sopravvivere e che oggi ad una venerabile età sono in grado di dare testimonianza. ” L’urlo del Danubio” va letto con attenzione. Potrebbe anche definirsi una “guida turistica”, una guida, certo, molto soft. Così Monaco di Baviera viene descritta nei suoi monumenti e nei suoi luoghi suggestivi con il centro storico, la piazza centrale, la cattedrale di Nostra Signora. Trieste con le sue viuzze, gli angoli nascosti, i sontuosi palazzi, Piazza Unità d’Italia. Cracovia con la Piazza del Mercato, la chiesa romanica di sant’Andrea…Ma da questi piacevoli luoghi si passa quasi senza accorgersene ai ghetti, ai campi di prigionia e di concentramento, ai campi di sterminio. E la descrizione diventa un tutt’uno con la riflessione, con il senso di angoscia, di tristezza e di orrore che nasce nell’animo della scrittrice e che poi passa inevitabilmente nel lettore. Il libro è poi un testo di consultazione, un testo necessario per chi intende fare ulteriori ricerche. Ci si chiede:”Quando e dove ebbe inizio ” L’orrore”? Ecco la risposta: Il 22 marzo del 1933 a Dachau che si trova a pochi chilometri da Monaco ed è facilmente raggiungibile in metropolitana. Vi fu realizzato il primo campo di concentramento in cui vennero raccolti comunisti, prigionieri politici, russi, ebrei, testimoni di Geova, omosessuali, zingari…Chi andando ad Amsterdam si chiedesse dove poter trovare ” l’alloggio segreto” di Anna Frank avrà la risposta nel secondo capitolo: Prinsengracht n.263. E ancora…Quale fu il ruolo di Kappler nella città di Roma? E’ possibile, visitando Ferrara, imbattersi nei Giardini dei Finzi Contini? Il libro, insomma, suscita interesse presso gli studenti e presso i docenti, presso gli anziani e presso i giovani ai quali è rivolto in particolare il messaggio: Prendere coscienza della follia di determinati uomini in un determinato momento storico, e avere ancora speranza nella bontà del genere umano. Non ci troviamo davanti ad un romanzo, ma, per la materia che tratta, il libro, oltre che interessante, e’ avvincente e ogni capitolo o ” Binario” si legge tutto d’un fiato. Questo anche per la forma, per l’espressione che e’ preziosa nell’informazione, ma non pedante. E lo stile e’ semplice, ma non semplicistico e scaturisce dalla sua ricchezza e dalla sua cultura; ogni verbo, ogni aggettivo, ogni sostantivo esce con facilità dalla “penna” della scrittrice, ma è stato studiato e selezionato inconsapevolmente nel suo pensiero e nel suo animo. ” L’urlo del Danubio” non deve, pertanto, mancare nelle piccole librerie di casa nostra, non deve mancare nelle Biblioteche degli Istituti Scolastici, e dovrebbe trovare posto anche nelle Biblioteche Civiche. – Leggere, scrivere, elaborare progetti, fare cultura deve essere obiettivo dei giovani per combattere la follia e la violenza. “Scrivere per non dimenticare…non smettere di parlarne…costruiamo un futuro che abbia funzione depositaria di valori”, come scrive Marinella Tumino nel Commiato.

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