Le baciava i seni rigogliosi che avevano un buon sapore; percorse tutto il corpo che odorava di cannella. Pian piano scoprì, come fosse la prima volta, quella pelle diafana: era così fina e morbida che gli infondeva trepidazione anche solo a lambirla. Rimase poi a osservarla: un attimo, un minuto, un’eternità. Era perso, asservito, imprigionato. Un universo parallelo fatto di lei, della sua pelle, dalla sua fragranza . La strinse sempre più forte a sé perché voleva perdersi in lei. Affondò il viso nella cavità del collo che riusciva a evocargli il gusto del peccato, sussurrandole parole mute tra i capelli. Lei lo percepì. E la sua carne rispose. Lo stringeva con delicatezza, aveva cinto le sue gambe al corpo di lui e, come un angelo fluttuante nella stanza, provava a vivere ogni singola emozione.(…)
(Da “Scirocco” in “Trame d’inchiostro. Racconti e oltre” di Marinella Tumino, Kimerik Edizioni. 2015)
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