UNA FAVOLA ATTUALE, UN MONITO PER GRANDI E PICCINI.

Il racconto illustrato di Marinella Tumino e l’inosservanza delle norme da parte dell’uomo al tempo del Covid-19.

C’era una volta…” è la frase di rito impiegata, sin dai tempi antichi, come introduzione a numerose fiabe. Quella che vi raccontiamo oggi è una favola moderna, molto attuale, dove la magia è rappresentata dallo spettacolo della natura, dove non ci sono incantesimi e sortilegi e manca il finale scontato “E vissero tutti felici e contenti”, ma leggetela accuratamente, soffermatevi sulle parole e sui messaggi sottesi, ma anche sui disegni realizzati dall’imperfetta mano della scrittrice come bozzetti pieni di sentimento…

CoronaNeve in vacanza

Scendevano lenti i fiocchi di neve, svolazzavano ora felici, ora malinconici. Quel dicembre il candore ammantò presto le alte montagne e le piste da sci; aveva dato un tocco davvero poetico al paesaggio e si preparavano tutti festanti al Natale ormai alle porte.

“Vedrete, anche quest’anno sarà una gran festa! Abbiamo lavorato così tanto!”, fiocco Papà incoraggiava la famiglia, ammirando soddisfatto il frutto della loro operosità.

“E’ vero! Abbiamo lavorato sodo! Io non ricordo di aver generato tanti batuffoli come quest’anno”, rispondeva con enfasi fiocco Mamma, poi aggiungeva contenta, “e credo che la bellezza di questo paesaggio lo confermi!”.

“Speriamo che le temperature si abbassino ancora, in modo che tutti i fratelli fiocchi non si scioglieranno!”

“Cerchiamo di stare tutti vicini, vicini, così avremo possibilità di sopravvivere a lungo”, consigliava fiocco Nonno.

Tutti ammiravano col naso all’insù i fiocchetti che scendevano soavemente e si univano al soffice gruppo.

“Evviva siamo in tanti, che bellezza!”, gridava di gioia fiocchetto Uno.

“Sì, sì…che meraviglia! Ci divertiremo!”, esultava fiocchetto Due.

“Adesso respiriamo a fondo e godiamoci quest’incanto; speriamo che quando arriverà l’Uomo, non rovinerà tutto, com’è solito fare!”, sospirò preoccupata fiocco Nonna.
“Siete sicuri che quest’anno arriveranno gli ospiti umani per le feste?”

“Ho sentito dire da alcuni fiocchi arrivati dalle città che pare non sia concesso loro andare in vacanza sulle piste e sulla neve!”.

“Allora staremo più tranquilli!”. Erano i commenti corali dei fiocchi adulti.

“Mi dispiace per i bambini che amano tanto giocare con noi. Si divertono e ridono a cuore pieno! Sono così teneri!”, si espresse col nodo alla gola fiocchetto Tre.

I fiocchi riflettevano ed esprimevano i loro pensieri, le paure e i dubbi, mentre i fiocchetti giocavano rotolando fino a dar vita a soffici palle di varie dimensioni.

L’immenso silenzio di quei luoghi ovattati e magici venivano talvolta rotti dal calpestio di qualche montanaro solitario o da qualche cervo che passeggiava per i boschi. I Fiocchetti, invece, giocavano dondolandosi sui rami.

“Attenti! E’ pericoloso!”, fiocco Mamma sgridava i piccoli divertiti che tentavano di ondeggiare e stare in equilibrio anche sui fragili ramoscelli.

Le feste di Natale si avvicinavano. Il manto nevoso era morbido e nelle zone ombrose e fredde, dove il sole non batteva mai, i fiocchi si erano trasformati in perle di brina.

Pochi giorni dopo arrivarono i primi umani, dapprima in silenzio, quasi nascondendosi, ma davanti a quell’immensità bianca e invitante, si lanciarono senza indugi con sci e racchette ai piedi, con bizzarri slittini e, così, cominciarono a trasgredire le regole e le leggi.

“L’ho sempre detto io che l’uomo non sa rispettare le regole e prima o poi arriva la catastrofe…”, si esprimeva con saggezza ma anche con stizza fiocco Nonno.

Come un presagio nefasto, i pochi umani si moltiplicarono e diventarono tanti, tantissimi, innumerevoli: uomini, donne, bambini. Stavano tutti attaccati, assembrati, senza mascherine e senza distanziamento, ma si divertivano, eccome! Bevevano, ridevano, giocavano e non pensavano minimamente che stavano scrivendo una nuova pagina della loro esistenza, anzi stavano proprio plasmando la loro fine.

Così, nel giro di pochi giorni, quegli esseri, tanto intelligenti quanto insensati, non ebbero tempo di rendersene conto: non poterono festeggiare perché non arrivarono neanche a Natale…

A scendere dalle piste e rotolare spensierati non era più l’uomo ma degli strani esseri, mai visti prima di allora, che sembravano degli alieni: enormi sfere costellate di strambe dentature che danzavano felici e si erano impossessati di sci e racchette sostituendosi all’uomo…

Racconta una leggenda che abbiano fatto un patto col diavolo!

E da quel momento fiocchi e fiocchetti non ebbero più notizie dei vivaci e dolci bimbi, né dei loro genitori che da bravi trasgressori stavano pagando il debito della loro noncuranza e disobbedienza…

FINE

Così il giornalista Giuseppe Nativo si esprime, dopo aver letto la storia: “E’ un racconto che si legge con la naturalezza di una fiaba e con la severità di un monito, ponendo sotto i riflettori una tematica che sembra semplice, forse di poco conto, ma che ci coinvolge anche nei sentimenti, nella vita di tutti i giorni. I disegni, che accompagnano il racconto, fanno da splendida cornice all’impalcatura narrativa che conduce per mano il lettore fino a conclusione e, quindi, alla morale contenuta.
Nel racconto, che scorre fluido, sembra individuare i protagonisti nei fiocchi di neve, che presentano anche loro un’anima, sono anche loro famiglia, sembrano avere una carica umana nel loro scorrazzare, anche loro hanno pensieri, paure e dubbi. La vera protagonista è, invece, la natura che, forse, dà un monito agli esseri umani, un po’ strimpelloni, un po’ spavaldi e incuranti del rispetto di semplici regole, che per la loro intemperanza sono sopraffatti da “enormi sfere costellate di strambe dentature” (immagine del Covid-19). Un racconto di poche pagine che dovrebbe essere letto non tanto dai bambini ma dagli adulti molto spesso distratti. Quello di Marinella Tumino è un “favolare” che va cercato tra le righe e nelle righe. In buona sostanza, un divertissement d’autore che, però, fa molto pensare!


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