DOWNTON ABBEY: UNA SERIE MOLTO “ENGLISH”

RECENSIONE

Si tratta di una serie Tv che comprende ben sei stagioni. E’ ambientata, tra il 1912 e il 1926 durante il regno di re Giorgio V, nella fittizia Downton Abbey (a quanto pare, in origine, era un’abbazia rubata da Enrico VIII alla Chiesa e, come tante altre proprietà, distribuite ai nobili per acquistarne l’appoggio), tenuta di campagna del Conte e della Contessa di Grantham nello Yorkshire.

La serie segue le vite e le vicende dell’aristocratica famiglia Crawley che si intrecciano con quelle dei loro domestici, a partire dal 15 aprile 1912, data di affondamento del RMS Titanic. Alla notizia della tragedia, la famiglia Crawley è sconvolta nell’apprendere che il cugino del conte, James Crawley, e suo figlio Patrick, erede della loro proprietà, nonché della cospicua dote della Contessa Cora Grantham, sono deceduti nel naufragio. Nuovo beneficiario diventa il giovane Matthew, cugino di terzo grado della famiglia e avvocato a Manchester. I Crawley, soprattutto la Contessa Madre Violet, rabbrividiscono all’idea che una persona “che lavora”, senza la minima intenzione di adattarsi alla vita aristocratica da loro condotta, possa ereditare il loro intero patrimonio. La forza di Downton  sta nella tipologia di racconto che si concentra maggiormente sulla coralità dai densi dialoghi, sul delicato contesto narrativo e sulle relazioni instauratesi tra i membri della famiglia e i domestici, generando così un intenso meccanismo empatico tra pubblico e cast, con cui ci si sente realmente a casa, a sorseggiare il tè con Lady Violet (interpretata da Maggie Smith), a sentire le “solite” rimostranze di Lady Mary, a vedere Carson & Hughes (interpretata da Phyllis Logan) dirigere la cucina e battibeccare per poi innamorarsi. In Downton Abbey ci si affeziona a più personaggi, visto che ognuno viene caratterizzato in maniera approfondita. Quello che mi è piaciuto di più? Di certo, Lady Violet è quella sui generis: conservatrice, tipicamente “English” con il suo sarcasmo che spesso è davvero tagliente, tuttavia nel corso della storia riserva delle piacevoli sorprese. E’ emblema di un passato pieno di orgoglio, ma in un’accezione ormai positiva, vincente e con il suo essere schietta e acuta riesce a conquistare il pubblico.

Si nota anche la cura nello spiegare tutti gli eventi e le varie trame che intrecciano ogni elemento della storia. Proprio per la tipologia di racconto basato più sulle relazioni tra i personaggi che non sugli eventi narrativi, Downton Abbey diventa un’ulteriore opportunità di racconto per dare visibilità ad alcuni dei personaggi secondari più emblematici e caratteristici della serie televisiva, specie tra i domestici. Svariate tonalità socio-politico-culturali, che danno colore e pepe a una narrazione che, come ho già sottolineato, gioca tanto sulle relazioni tra i personaggi che non sugli eventi in sé.

Ci sono passaggi storici riconoscibili: si comincia con l’affondamento del Titanic, passando per la Prima Guerra Mondiale e poi per la pandemia della Spagnola. C’è l’evoluzione degli stili di vita e dei costumi sociali e morali. L’abbigliamento, gli accessori, le acconciature, i cambi d’abito ad orari fissi, l’ora del tè sono ingredienti fondamentali a supporto del mito di Downton.

DOWNTON ABBEY è un modello di stile col quale sognare, tra tolette elegantissime, riti di una volta, scorci di una magione nobiliare ormai iconica. Fa da sfondo con la monarchia, la nobiltà, l’inno, il verde della campagna, gli inconfondibili paesini, la magione ed i suoi ambienti, le acconciature, gli abiti. Soprattutto gli abiti; come nella serie si insiste sui E ancora il rito della cena, i camerieri personali impeccabili, i balli. Da vedere assolutamente per chi ama l’Inghilterra, la sua storia e le sue tradizioni!!!

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