Una serie TV tira l’altra: “Le ragazze del centralino- Las chicas del cable”. Dal femminismo alla guerra civile spagnola.

Come le ciliegie, una serie TV tira l’altra. Sinceramente, pure io, in questo tempo dilatato a causa della pandemia da Coronavirus, ho cercato di ritagliarmi dei momenti da dedicare alla visione di qualcuna di queste serie e condivido con voi una mia recensione su Le ragazze del centralino- Las chicas del cable. Una serie tv spagnola di 5 stagioni (l’ultima ancora incompleta e vedrà la programmazione della seconda parte fra qualche mese) che mette in primo piano le figure femminili in un mondo in cui prevale la mentalità maschilista e i diritti delle donne non esistono.

 La storia è ambientata nella Madrid degli anni ’20-’30 del Novecento e protagoniste sono quattro donne di diverse origini, che vengono assunte come centraliniste presso una compagnia telefonica.
Ognuno di loro ha il proprio passato, le proprie traversie familiari… Le loro strade si incontrano per puro caso e le loro vite si trameranno a tal punto da rimanere legate nel segno della vera Amicizia (per tutte le stagioni); dunque, sono le loro voci a essere le protagoniste assolute, mentre gli uomini rimangono un po’ sullo sfondo. La serie tv è un mix fra la leggerezza delle difficoltà quotidiane e i problemi che le donne vivevano in quel particolare momento storico, concentrandosi, tramite anche la nascita di associazioni femminili e le conseguenti rivolte, sulla lotta per la conquista dell’uguaglianza dei sessi, dei diritti formali per essere riconosciute come donne in quanto tali e non solo per essere le mogli o figlie di qualcuno e per la parità di trattamento nel lavoro e nelle istituzioni. Donne spesso costrette a dover rinunciare alla propria libertà e al proprio lavoro, donne che quotidianamente per ottenere la bramata libertà rischiavano di essere violentate e picchiate da mariti o padri di grande rigidità mentale, donne obbligate a dover accettare che il divorzio era concesso solo con la morte del coniuge.

Le 4 ragazze protagoniste lotteranno per avere le stesse opportunità degli uomini, trovando in alcuni di loro persone disposte ad aiutarle. Altro tema affrontato e indiscutibilmente sempre attuale è quello della libertà sessuale femminile e per il quale si affronterà il percorso di un personaggio verso la sua accettazione personale e sessuale e, in modo particolare, nella seconda stagione, ci sarà un approfondimento riguardo le strutture psichiatriche di quel tempo.

Penso che puntare l’attenzione sulla condizione femminile di quel tempo, possa farci apprezzare i traguardi raggiunti, ma soprattutto possa anche farci pensare quante lotte e quanta strada abbia dovuto percorrere la donna per ottenere l’agognata parità.

La serie, però, a mio avviso, in alcuni tratti, assume le caratteristiche di una telenovela, perché ci sono i classici cliché che spiegano e motivano determinate azioni e conseguenze; per il resto presenta una stesura piuttosto elevata.

Per chi conosce la lingua spagnola, consiglio di guardare la serie in lingua originale proprio per dare valore e pienezza a quelle parole. Ritengo che tutto quello che si vede in lingua originale, ha ben altro sapore, lo si riesce ad apprezzare meglio.

Gli attori hanno una capacità interpretativa singolare, i loro sguardi sono magnetici, sia tra di loro sia con gli spettatori. La fotografia così come la regia, la sceneggiatura sono magiche e in grado di cogliere assolutamente i momenti giusti, quelli perfetti per capire e apprezzare la bellezza di quell’attimo; i personaggi e i costumi d’epoca sono meravigliosi: tutto riprodotto alla perfezione.

Un vero e proprio difetto però c’è: le musiche in sottofondo non sono spagnole e nemmeno degli anni ’20-’30. Il soundtrack è interamente fatto di musiche moderne e americane, seppur molto gradevoli. Diciamo che questo è un dettaglio che potevano curare maggiormente, data la fedeltà storica che l’intera serie abbraccia. Penso che se avessero inserito delle musiche di quel periodo storico o anche semplicemente coerenti con la lingua originale della serie, avrebbero permesso all’atmosfera di raggiungere la perfezione. in ogni scena.

Ho qualcosa da ridire anche sulla 4^ stagione in cui la scrittura, a mio avviso, è stata molto debole e lo spettatore meno coinvolto; è vero che c’erano i colpi di scena ma non erano fatti a regola d’arte. Infatti, ci sono dei vuoti narrativi e alcune cose che non si spiegano bene. La quinta stagione, di cui, come già accennato, è possibile vedere solo i primi 6 episodi, presenta un salto temporale di cinque anni rispetto ai fatti del finale della quarta.

Si tratta, comunque, di una serie studiata e fatta bene, che coinvolge e immerge sin dai primissimi minuti nel suo mondo. In attesa dei prossimi episodi (si parla anche della programmazione di una sesta serie), auguro a tutti una buona visione, aspettando i vostri commenti.

CONSIGLIATA!!!

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