COME UN RESPIRO di Ferzan Ozpetek: la mia recensione

COME UN RESPIRO di Ferzan Ozpetek: la mia recensione

Ferzan Ozpetek, un regista che ho sempre stimato, mi si è presentato, proprio in questi ultimi giorni, anche come autore e così, per la prima volta, ho letto un suo romanzo: Come un respiro, Mondadori editore. Il suo modo di narrare è magico: si tratta di una scrittura fluida, vigorosa, ricca di emozioni.  Ferzan illustra con passi poetici Istanbul, cosa che ho molto apprezzato non solo per quanto concerne le descrizioni ma anche per quanto riguarda determinate emozioni che è possibile vivere mentre si percorrono le vie e i quartieri della città turca che io amo particolarmente (Ho trovato, infatti, parecchie analogie con il mio romanzo “OLTRE IL CIELO DI ISTANBUL, Il Seme Bianco Editore 2019). Ozpetek fa assaporare gli odori e i sapori di una Istanbul sorprendente, fa intravedere le luci e le ombre di amori struggenti o amori avvinti, di ieri e di oggi, con tutte le loro complicazioni, con un ritmo incalzante tanto da travolgere il lettore che si ritrova col fiato sospeso, mentre aspetta che qualcosa stia per essere rivelato o stia per accadere.

La storia, apparentemente molto semplice e lineare, che nasconde segreti e passioni mai sopite, si svolge tra Roma e Istanbul, tra gli Anni Sessanta e un presente in cui la vita è sospesa e piena di colpi di scena, un presente che incombe e riapre domande e ferite. Un racconto con costanti cambi temporali che portano dal presente al passato in modo coinvolgente senza concedere tregua in una storia che incanta.

Due sorelle, Elsa e Adele, si sono separate cinquant’anni prima per una circostanza misteriosa che ha poi condizionato le loro vite. Il racconto si dipana tra i ricordi di Adele e le lettere che la sorella Elsa le ha scritto durante il suo soggiorno a Istanbul, nell’arco di 50 anni.

Un alternarsi di ricordi custoditi in lettere e il presente vissuto da un gruppo di 6 amici, spettatori quasi inconsapevoli degli eventi; è proprio nelle lettere che viene ostentata la magnificenza di Istanbul (descritta con passione da Elsa che la reputa sensuale, affascinante e imprevedibile), le atmosfere magiche che si respirano, la vita agiata che Elsa si trova a vivere cominciando la sua rinascita, grazie al suo fascino e alle sue capacità imprenditoriali.  

“Certi posti hanno la capacità di trattenere le emozioni, proprio come fa un essere umano con il respiro”.

Il libro ha inizio proprio da una delle tante lettere che Elsa ha scritto alla sorella, per ritrovare il loro rapporto unico, raccontare segreti, parole non dette ma scritte con passione. E mentre il racconto procede, l’autore ci presenta i co- protagonisti (Sergio, Giovanna, Leonardo e Annamaria, Giulio ed Elena), i sei amici che in realtà avrebbero dovuto condividere un pranzo a casa di una delle coppie, abitata un tempo dalle due sorelle, nel quartiere Testaccio di Roma, durante una domenica come tante, ma che si ritrovano coinvolti in una storia avvincente piena di segreti inconfessabili. L’autore ci presenta i vari personaggi che sono uguali a quelli che potremmo incontrare nella nostra quotidianità, con le loro fragilità, i loro dubbi ma anche i loro segreti. Questi si ritrovano travolti nella storia delle due sorelle che in passato hanno vissuto una relazione simbiotica che si è poi tramutata in distanza smisurata e poi, ancora, in silenzio profondo. Ed è proprio con le lettere che Elsa Corti si presenta nella sua vecchia casa, coinvolgendo le persone che la abitano e i loro amici e rievocando immagini di passioni, di silenzi e di traumi che l’hanno costretta a fuggire da Roma e trasferirsi in Turchia. La storia dunque si svolge tra incontri, speranze, nostalgie e delusioni. Un ginepraio di sentimenti in cui ogni personaggio del romanzo si trova aggrovigliato.

Protagonista assoluto del racconto è l’amore, scandagliato in tutte le sue sfumature, snocciolato in tutte le sue infinite declinazioni che, talvolta, diventa impossibile e scombina le nostre vite in cambio di momenti e istanti incancellabili, mentre altre volte ci rende più forti.

Questa infinità di sentimenti intrecciati in modo avvincente va ad aumentare in un climax crescente che raggiunge l’apice proprio nel momento del finale a sorpresa, finale che, appunto, sbalordisce, ma che consente di tirare le fila della storia e comprendere che tutto non è come appare.

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2 Comments

  1. Giovannella

    Che dire? Analisi perfetta! Si vede che ti è piaciuto ed iosono contenta di avertelo Consigliato. Le tue emozioni sono evidenti e questo perchè anche tu le hai vissute su uno dei luoghi descritti da Ferzan. Un abbraccio. Giovannella

    • Marinella Tumino

      Grazie mille, amica cara, per il consiglio ma anche per il tuo commento. Grazie…sei una preziosità♡♡♡

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