Penne Festival delle Arti 2022 : 2° classificato L’URLO DEL DANUBIO

Giunta direttamente dalla Sicilia, ho vissuto forti emozioni al Penne Festival delle Arti 2022 in cui il mio “figlio di carta” L’URLO DEL DANUBIO, Operaincertaeditore si è classificato al 2* posto nella sezione Narrativa Edita. L’opera è frutto di studi e ricerca personale nel campo della Shoah; è un viaggio in treno in cui il lettore è invitato a salire per percorrere i binari della memoria storica e fermarsi in determinate stazioni per conoscere i luoghi della disumanità, per riflettere su ció che è stato e quindi per evitare che siffatte tragedie possano ripetersi ancora. Mai piú! Ne plus Jamais, come recita il monito che sovrasta i cancelli di Dachau. Un grazie speciale va a ciascun giurato che con grande professionalità ha dovuto svolgere un lavoro intenso e impegnativo, alla presidentessa della giuria Vittorina Castellano alla quale auguro una rapida guarigione, al presidente della pro-loco di Penne Gabriele Vallante.Il mio premio l’ho dedicato a una figlia e cittadina di Penne che purtroppo non è piú con noi: alla mia cara amica Valentina Zucchetti 💖Infinitamente grata 🌹Marinella Tumino

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LA MAGIA NELL’UNIVERSO DI GARCIA MARQUEZ

10 AGOSTO 2020: Atmosfera magica al Parco Archeologico di Kaukana dove io e Ruben Ricca, regista e autore, nel nostro “salotto letterario” abbiamo conversato di Gabriel Garcia Marquez e del Realismo magico. Un grazie speciale va al pubblico attento e curioso, all’Unitrè di Santa Croce Camerina e alla sua presidente Maria Rosa Vitale, a Eva Fidone che ha magistralmente condotto la serata e a Giovanni Zisa e alle melodie che ci ha regalato.

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TRAME D’INCHIOSTRO: VOCI DI DONNE

Serata magica, quella del 5 luglio sera, organizzata magistralmente dall’associazione CREAZIONE GIOVANE, in seno a CAT, e condivisa con un pubblico attento e curioso. Con Ismael Giovanni Scribano (presidente dell’Associazione)abbiamo parlato di DONNE e delle mie DONNE protagoniste dei racconti contenuti nella mia opera TRAME D’INCHIOSTRO, Kimerik Edizioni, affrontando tematiche e temi significativi. Le letture, che hanno suscitato forti emozioni, sono state a cura dei bravissimi Matteo Bracchitta e Federica Busceglia. Ringrazio tutti i giovani dell’Associazione per la splendida serata e tutti i meravigliosi partecipanti, vecchie e nuove connessioni umane. Grata, sempre💗

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“Ai piani bassi”: dopo la lettura, ecco la recensione.

Ai piani bassi di Margaret Powell (Einaudi, 2012 e 2022) è un libro scorrevole, interessante, davvero evocativo ed esplicativo del mondo aristocratico inglese di inizio Novecento. E’ un documento unico, diventato subito un caso editoriale. Ed è proprio da questo testo che i creatori della famosissima e amatissima serie tv Downton Abbey si sono ispirati per ricreare l’atmosfera di quei tempi.

Il racconto è fatto in prima persona dalla stessa autrice che narra la sua personale esperienza come cuoca a servizio delle famiglie aristocratiche inglesi negli anni Trenta del ‘900, dei loro sfolgoranti salotti, dei domestici che lavorano a servizio, dei pettegolezzi. Si tratta di vere e proprie memorie della donna che ci racconta il mondo di “noi” (relegati ai piani bassi, bui e con poca aria) e  di “loro” (allocati ai piani alti, luminosi e aerati delle loro dimore). Il racconto inizia con la descrizione di un’infanzia povera, una giovinezza caratterizzata da faticoso lavoro fino a un’età adulta di riscatto attraverso lo studio e la cultura. La vita della narratrice si sofferma in particolar modo ai suoi impieghi presso le grandi case aristocratiche che avevano la servitù. E, poi, che cibi, che pizzi, che tovaglie, che suppellettili!

 Il tono è piuttosto pacato, quotidiano, talvolta ironico, e riporta all’epoca fatta di sfarzo, opulenza ed esagerazioni nella vita dei ricchi e di freddo e poco cibo nella vita della povera gente. E il cibo, abbondante o mancante, è senz’altro la costante del libro.

Un mondo nettamente diviso in due, Ai piani bassi è il resoconto puntuale delle vicissitudini di Margaret Langley Powell che inizia la sua carriera di donna di servizio, come sguattera, dai gradini più bassi. E’ proprio dai gradini che inizia la faticosissima giornata della serva, costretta a pulire le scale davanti al portone d’ingresso della dimora dei suoi padroni con la pomice, col sedere all’insù, costretta a sopportare anche gli apprezzamenti poco cortesi degli uomini di passaggio. Si occupa poi, di lucidare a dovere il pomello della porta, di fare le pulizie accurate della cucina e di preparare la colazione per la servitù. Dopodiché la sguattera rimane a completa disposizione della cuoca.

La quantità e la qualità delle materie prime che passano per le cucine è sorprendente. Ogni ricetta, ogni piatto, richiede preparazioni impegnative e cotture lunghe: brasati, arrosti o carne caramellata, ma pure zuppe di pomodoro o di funghi avevano tempi di preparazione abbastanza complessi. E poi una rassegna di aringhe, salmoni, capponi, selvaggina che si lasciava frollare per settimane. Intingoli grassi, dessert dolci o salati che andavano serviti dopo le infinite portate.

Le vicende sono raccontate senza cattiveria, ma con un pizzico di amarezza, infatti ci si accorge che i “noi” (le persone dei piani bassi, dove si trovavano le cucine, le dispense, le ghiacciaie e il salottino della servitù) sono molte volte vessati , quasi sempre sottopagati, trattati come persone invisibili dagli occupanti i piani alti che, non di rado, sono protagonisti di meschinità e intrighi, relazioni extraconiugali, comportamenti eticamente scorretti anche e soprattutto nei confronti della loro stessa servitù.

“Abbiamo avuto momenti felici, comunque, ed ero contenta di esser viva. Il servizio domestico fa capire tante cose e forse ispira a crearsi una vita migliore”.

Consigliato!

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🌸Buona Pasqua di Rinascita e Pace🌸

🌺 AUGURI 🌺
Che sia una Pasqua serena e che possa donarci la speranza di un domani migliore, ricco di pace, fratellanza e solidarietà, combattendo per la salvezza del prossimo e contro i pregiudizi razziali, sociali e religiosi.
Auguri a tutti gli amici perché sia Resurrezione di veri valori ♡♡♡

MT@

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La scuola, fucina di incontri

Dopo un’attenta lettura di MA NON AFFONDO di Aristide Barraud ( Operaincertaeditore 2021), sopravvissuto all’attentato del Bataclan del 2015, con i ragazzi di 2^ C abbiamo incontrato su Meet l’Autore che ci ha regalato tante belle emozioni, proprio come la lettura della sua Opera. Soddisfatta del lavoro dei miei studenti che hanno posto domande e fatto interventi pertinenti. LA SCUOLA SIAMO NOI😉 #lascuolachecipiace #lascuolasiamonoi #scuola #scuolasuperiore #teamdocenti #docenti #docentifelici #docentisenzafrontiere #docentidilettere

I selfie che ci piacciono!
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Ad memoriam🌹

31 marzo 1945: sono trascorsi 77 anni da quel giorno, nefasto indubbiamente, ma uguale a tanti altri precedenti che hanno caratterizzato l’Europa durante il regime nazista con le violenze di massa e il pianificato sterminio di Ebrei (e non solo!).
E, a proposito del 31 marzo 1945, il mio pensiero va alla giovane adolescente dispensatrice di speranza e ottimismo: Anne Frank.
Oggi ricorre l’anniversario della sua morte avvenuta quando aveva poco più di 15 anni.
Era stata costretta alla reclusione clandestina, dal luglio 1942 all’agosto 1944, nella soffitta di Prinsengracht n.263 sopra gli uffici della ditta di Otto Frank ad Amsterdam, assieme ai suoi genitori, alla sorella Margot, alla famiglia Van Daan e al dottor Dussel.
E’ grazie alle pagine del suo diario, destinate a segnare la nostra storia, che la giovane ha aperto una finestra sul mondo, regalando a noi osservatori e lettori curiosi uno spaccato della sua vita da relegata (fra quelle quattro mura con le finestre oscurate!) ma densa di emozioni. E attraverso quelle pagine è possibile entrare nell’esistenza dell’adolescente, nelle sue fragilità, nelle sue speranze, nel suo desiderio che barcollava fra la voglia di fuggire e abbattere le distanze e quella di rimanere a proteggersi.Nelle pagine del suo diario dialoga con il suo Io più profondo narrandogli le piccole scoperte inerenti il suo mondo interiore e anche le novità sulla realtà esterna.
Anne si raccontava delle storie, immaginava, sognava, creava. La parola ha così sorretto la ragazzina, la parola pronunciata con difficoltà, scritta con stile delicato, a momenti affrettato, le ha regalato la forza di andare avanti, nonostante fosse sommersa da orrore, incubi, sussurri e vivesse trascinando i piedi scalzi sul pavimento all’interno di spazi limitatissimi. E’ la forza della scrittura che è in grado di dilatare il tempo e di fissarlo, immortalando attimi, idee, riflessioni. Anne viene colpita dal tifo e muore qualche giorno dopo la sorella Margot nel campo di Bergen Belsen. La loro è una morte vacua e priva di racconti, se non di scarne ed effimere testimonianze. I corpi, ritrovati esanimi dalle compagne, furono teneramente avvolti in una coperta e portati in una fossa comune, sepolti in un prato desolato e deserto.
Ma la vita di Anne si distingue di gran lunga dalla sua morte: la prima del tutto autentica e originale, mentre la seconda, nello sterminio pianificato dei nazisti, risulta totalmente uguale a quella di migliaia di altre. La storia di Anne è singolare perché ci ha fatto dono della speranza, di felicità e gioia di vivere di cui lei ha gustato ben poco, seppur abbia riempito, parlandone, pagine e pagine d’inchiostro. E proprio quelle pagine, oggi più che mai, interpellano tutti noi e ci chiedono di riflettere, di continuare a sperare, di resistere. Sì, proprio così, resistere!!!
“La ricchezza, la bellezza, tutto si può perdere, ma la gioia che hai nel cuore può essere soltanto offuscata: per tutta la vita tornerà a renderti felice. Prova, una volta che ti senti solo e infelice o di cattivo umore, a guardare fuori quando il tempo è così bello. Non le case e i tetti, ma il cielo. Finché potrai guardare il cielo senza timori, saprai di essere puro dentro e che tornerai a essere felice.” (1 agosto 1944, ultimo brano tratto dal Diario di Anne Frank)

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